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GLORIANA ORLANDO, ARTISTA LETTERARIA CATANESE: INTERVISTA CON LA BRILLANTE DOCENTE E SCRITTRICE NOSTRANA

7 Marzo 2018: Una donna, un’insegnante, una scrittrice. Una docente di lettere che per anni ha insegnato negli istituti superiori. Una professoressa che ama la letteratura, la scrittura, la storia, l’italiano. Materie che ha spiegato ai ragazzi tra i banchi di scuola, ma che da molti anni racconta anche nelle pagine dei suoi libri. Libri che parlano di storia, filosofia, letteratura contemporanea. E ancora, di Catania, città che tanto ama. Di donne, di sogni e anche di intrighi e sospetti.
Ricche tematiche racchiuse nella brillante mente di Gloriana Orlando, bravissima docente e scrittrice catanese, che ha deciso di raccontarsi su sonia.lafarinanews.it.

Professoressa Orlando, quando ha scritto il suo primo libro?
«Il mio primo libro è stato un diario in realtà, scritto in un momento buio della mia vita a causa di una grave malattia, per fermare sulla carta emozioni e guardarmi dentro per cercare di superare le difficoltà. Non era un libro nato per la pubblicazione e non è stato pubblicato, però mi ha fatto capire non solo l’utilità della scrittura come valvola di sfogo, ma soprattutto la possibilità di scrivere qualcosa di compiuto, perché fino ad allora mi ero limitata ad annotare pensieri e riflessioni, in maniera disordinata. Il mio primo vero libro, nato con l’intento di scrivere un romanzo e con l’intenzione di pubblicarlo, è stato composto alla fine degli anni 90. È derivato da un lavoro che avevo fatto con i miei alunni, una ricerca sul Settecento a Catania dal punto di vista filosofico, scientifico, letterario, storico che ha suscitato in me il desiderio di raccontare una storia di fantasia, ma con personaggi verosimili e coerenti con il contesto storico che andavo ricostruendo, le cui vite si intrecciavano con quelle di personaggi realmente esistiti. Così è nato Profumo di papaveri».

Cosa l’ha spinta a diventare una scrittrice?
«Quando ho pubblicato Profumo di papaveri, non avevo intenzione di continuare, mi sembrava un’esperienza conclusa. Però qualcosa come un demone si era impossessato di me, qualcosa che mi spingeva a raccontare. Così a tempo perso, scrivevo dei racconti, che poi sono confluiti in due raccolte Oniricon sul tema del sogno in tutte le sue sfaccettature e Nemesis, storie di donne e di altro in cui le varie vicende si intrecciano fra loro e si scopre un fil rouge che le collega come se fossero il racconto di un’unica storia, quella di una donna che pian piano riesce ad acquistare coscienza di sé e a dare un senso alla propria vita».

Quanti libri ha scritto?
«Finora ho pubblicato sei romanzi, più un altro pubblicato solo on-line. Inoltre ho scritto dei racconti per delle antologie. Una in particolare mi sta a cuore perché è uscita in tre paesi diversi e in tre lingue, inglese, bulgaro e italiano, e conteneva 15 racconti di autori di diversa provenienza; io ne ho scritto uno e ne ho tradotti due dallo spagnolo di due autori sudamericani. Questi sono quelli che ho pubblicato ma in realtà ne ho scritti di più. C’è chi ha i sogni nel cassetto io invece ho i romanzi nel cassetto, ma infondo sogni o romanzi sono la stessa cosa!».

Sono tante le tematiche raccolte nelle sue opere. Ma cosa predilige?
«Mi interessa la storia, in particolare quella della nostra città. Oltre a Profumo di papaveri, ho scritto un romanzo ambientato negli anni di Federico II, intitolato Alienor, in cui ho ricostruito l’aspetto letterario della Scuola Poetica Siciliana, intrecciando la storia di una giovane donna del XIII secolo con quella di una studiosa dei nostri giorni che trova uno scrigno contenente un carteggio preziosissimo, e a questo punto la vicenda di tinge di giallo. L’ultimo romanzo che ho pubblicato, Il filo del tempo, è ambientato durante la prima guerra mondiale. L’ho scritto a quattro mani insieme ad una mia amica, Mariella Bonasera, che ha trovato davvero un carteggio molto interessante del quale ci siamo servite per ricostruire le vicende storiche attraverso le lettere che sua nonna si scambiava con il marito che era al fronte. L’espediente letterario che avevo immaginato in Alienor si è concretizzato quando la mia amica è venuta a casa mia con una scatola di scarpe piena di lettere interessantissime!».

Sappiamo, però, che non ha scritto solo romanzi storici.
«No, mi sono spesso interessata anche al mondo virtuale. Ci sono dei racconti in cui si intessono delle storie basate sugli SMS, addirittura un caso di femminicidio si risolve grazie al ritrovamento di un cellulare e ad un messaggio in esso contenuto; ho scritto un romanzo epistolare per e-mail, Quizás quizás quizás e un altro sul mondo dei social, Facebook ergo sum.

E ha anche una predisposizione particolare per il genere giallo.
«Si. In alcuni racconti ci sono delle storie che virano verso il giallo. Lo stesso Alienor ha diversi elementi di suspense e ho scritto anche due racconti dichiaratamente gialli per un’antologia di genere. Ma il vero romanzo giallo con le carte in regola è E noi sul l’illusione… perché contiene tutti gli elementi tradizionali: l’omicidio, l’ispettore che indaga, l’innocente sospettato. Anche se poi io quelle carte le rimescolo in modo tale che niente è più come sembra, tanto che nemmeno quello che sembrava un omicidio si rivela tale».

Ci parli della sua produzione saggistica.
«Mi interesso alla letteratura contemporanea, ho pubblicato un saggio su Italo Calvino intitolato La ricerca di una via d’uscita dallo sgomento di vivere. Sempre su Calvino ho pubblicato, nell’antologia della critica Letteratura e Sacro, il saggio Il broglio metafisico di uno scrutatore. Nella stessa antologia ho scritto su De Roberto Dalla Beata Ximena a don Blasco. Figure di religiosi ne I vicerè. Collaboro con alcune riviste letterarie su cui ho pubblicato, tra l’altro, saggi sul poeta Domenico Tempio, sul caso Unamuno-Pirandello, su Montale, Caproni, Brancati».

Progetti futuri? Qualcuno dei romanzi nel cassetto vedrà la luce?
«Potrebbe darsi. Uno in particolare mi piacerebbe che fosse pubblicato, parla ancora della prima guerra mondiale ma vista dall’altro fronte. Mia madre era triestina e alcuni dei suoi familiari, il nonno e degli zii, hanno combattuto tra le file dell’esercito austroungarico. È una storia molto bella con risvolti toccanti, perché nelle zone di confine è capitato che nella stessa famiglia si combattesse su fronti opposti. E poi in quel periodo Trieste era una città con un grande fervore culturale! Così io ho immaginato che la mia protagonista abbia incrociato i suoi passi con celebri autori come Italo Svevo e Umberto Saba».

Aspettiamo presto, dunque, la pubblicazione di questo e di altri romanzi nel cassetto della laboriosa scrivania di Gloriana Orlando, donna, docente e scrittrice catanese. Bravissima artista letteraria della nostra città, che ha dato vita, tramite ai suoi romanzi, alle sue passioni.